Ristoranti, ti scappa la pipì? Paga 10 euro | Questa è la nuova norma a partire da oggi, clienti in rivolta

WC (PIXABAY FOTO) - www.frasidadedicare.it
La regola generale non prevede un pagamento fisso per l’uso del bagno, che resta un diritto del cliente pagante.
La questione dell’accesso ai bagni nei locali pubblici è spesso fonte di discussioni e talvolta di polemiche. La situazione descritta nel titolo, ovvero l’imposizione di una tariffa fissa di 10 euro per l’uso del bagno anche in caso di necessità impellente, non rappresenta una nuova norma generalizzata in Italia a partire da oggi.
È importante fare chiarezza sulle regole che disciplinano l’uso dei bagni nei locali pubblici, distinguendo tra i diritti dei clienti e gli obblighi degli esercenti. La credenza diffusa che i bagni dei locali pubblici siano a disposizione di chiunque ne abbia bisogno, a prescindere dal fatto di essere cliente, non trova un fondamento giuridico nazionale.
La reazione dei clienti di fronte a un’imposizione come quella descritta nel titolo, ovvero il pagamento di una somma considerevole per un bisogno fisiologico, sarebbe certamente di rivolta. Un tale comportamento da parte degli esercenti andrebbe contro i principi di ospitalità e correttezza commerciale, oltre a non trovare un solido appiglio nella normativa vigente a livello nazionale.
Analizziamo quindi cosa prevede realmente la legge in Italia in merito all’uso dei bagni nei ristoranti e negli altri locali pubblici, per fare chiarezza su un argomento che spesso genera confusione tra esercenti e consumatori.
La regola generale: bagno riservato ai clienti paganti
Come chiarito da una sentenza del TAR Toscana (n. 691 del 2010), un locale pubblico non è equiparabile a un bagno pubblico. La sentenza ha respinto un ricorso contro una delibera del Comune di Firenze che imponeva ai locali pubblici di garantire l’uso gratuito del bagno a chiunque ne facesse richiesta, ritenendo tale obbligo eccessivamente gravoso per l’iniziativa economica privata.
Di conseguenza, la regola generale è che il diritto di usufruire dei servizi igienici dei locali pubblici è riservato a chi consuma all’interno del locale e, quindi, ne diventa cliente. I bagni pubblici, gestiti dalle amministrazioni comunali, sono invece a disposizione di tutti, spesso prevedendo una tariffa per l’utilizzo.

Cliente pagante: anche un piccolo acquisto dà il diritto al bagno
La normativa di riferimento è il Tulps (Testo Unico delle Leggi sulla Pubblica Sicurezza), che all’articolo 137 indica che “il gestore di un pubblico esercizio non può rifiutarsi di mettere la sua toilette a disposizione di un cliente pagante senza giustificato motivo”.
Per essere considerati clienti paganti, non esiste un importo minimo di spesa. Anche acquistando il prodotto meno costoso del locale, una persona acquisisce lo status di cliente e, in quanto tale, ha il diritto di utilizzare il bagno. I locali commerciali non possono imporre una tariffa fissa per l’utilizzo del bagno, poiché non è possibile chiedere un corrispettivo per un servizio che non è l’oggetto principale della loro attività.