PENSIONI: interviene la Corte Costituzionale e coinvolge tutti | L’importo sale obbligatoriamente dopo la sentenza

PENSIONI: interviene la Corte Costituzionale e coinvolge tutti | L’importo sale obbligatoriamente dopo la sentenza

Novità in materia (canva.com) - www.frasidadedicare.it

La Corte Costituzionale stabilisce che l’integrazione spetta a questi pensionati; l’adeguamento sarà applicato in futuro. 

La previdenza sociale è un pilastro essenziale per tutelare le persone, soprattutto chi affronta difficoltà legate a salute precaria o capacità lavorativa ridotta.

Il nostro sistema pensionistico ha visto molteplici cambiamenti nel tempo, alcuni fonte di accese discussioni e richieste di maggiore giustizia.

Le sentenze della Corte Costituzionale segnano in questo campo svolte importanti, rimodellando i diritti così di milioni di individui e adattando le leggi alle esigenze attuali.

Essere informati sulle novità è quindi vitale per chi riceve o sta per ricevere prestazioni previdenziali. In materia pensioni, queste sono le ultime novità.

La decisione che innova le regole

Come riporta Qui Finanza, con la storica sentenza n. 94/2025, la Corte Costituzionale ha affermato un principio chiave: l’integrazione al minimo per le pensioni di invalidità spetta anche a chi ha versato contributi solo dopo il 1996, quindi nel regime contributivo puro. Prima, l’assegno minimo era garantito solo a chi aveva contribuito nel sistema retributivo o misto, escludendo i pensionati con sistema contributivo puro a causa dell’articolo 1, comma 16 della legge n. 335/1995 (riforma Dini). La Corte ha dichiarato incostituzionale questa esclusione, estendendo il diritto all’integrazione al minimo anche ai nuovi beneficiari.

La decisione è stata presa in seguito al ricorso della Corte di Cassazione, che contestava la legittimità dell’esclusione; pertanto la Corte Costituzionale ha riconosciuto che la pensione di invalidità, diversamente da quella di vecchiaia, ha lo scopo di assistere e sostenere persone con ridotta capacità lavorativa, spesso in grave difficoltà economica.

invalidità sedia
Un riconoscimento importante (canva.com) – www.frasidadedicare.it

Come funziona e cosa cambia

Come evidenzia la fonte, l’integrazione al minimo assicura che l’importo dell’assegno di invalidità non sia inferiore alla soglia minima fissata annualmente, che nel 2025 è di 603,40 euro al mese. In pratica, se la pensione calcolata sui contributi versati è più bassa, lo Stato interviene con un aumento per raggiungere l’importo minimo; ora, anche chi ha un assegno calcolato solo con il metodo contributivo potrà usufruire di questa integrazione.

È importante notare che la sentenza non è retroattiva: non verranno quindi versati arretrati per gli anni precedenti, ma l’adeguamento inizierà dal giorno successivo alla pubblicazione ufficiale della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale. Da quel momento, tutti i titolari di assegno ordinario di invalidità con importi inferiori a 603,40 euro potranno ottenere l’adeguamento dell’importo. Nel mentre, precisa la fonte, hanno diritto all’assegno di invalidità i lavoratori subordinati, gli autonomi e coloro che sono iscritti alla gestione separata, a patto che abbiano versato almeno cinque anni di contributi, di cui tre nel corso degli ultimi cinque anni. L’assegno viene riconosciuto all’inizio per tre anni, con possibilità di rinnovo.