Passata di Pomodoro, ma quanto pomodoro c’è davvero? Si salvano solo queste marche

Pomodoro (PIXABAY FOTO) - www.frasidadedicare.it
Il Pomodoro in Cucina: un ingrediente versatile e amato, ma siete sicuri di conoscerlo fino in fondo? Vediamolo nel dettaglio.
Il pomodoro è senza dubbio uno degli ingredienti più iconici e versatili della cucina italiana e non solo. Protagonista indiscusso di innumerevoli ricette, dal semplice condimento per la pasta alle preparazioni più elaborate, è apprezzato per il suo sapore inconfondibile e le sue proprietà.
La sua presenza nelle nostre dispense è quasi una costante, sia nella forma fresca durante la stagione estiva, sia in diverse trasformazioni che ne consentono l’utilizzo tutto l’anno, garantendo praticità e la possibilità di portare in tavola il gusto autentico del Mediterraneo.
Tra le varie forme in cui il pomodoro viene lavorato, alcune sono più note e diffuse di altre, ciascuna con le sue peculiarità che la rendono adatta a specifici utilizzi culinari. Capire le differenze tra queste preparazioni è fondamentale per ottenere il risultato desiderato in cucina.
Per chi cerca la comodità senza rinunciare alla qualità e al sapore, le trasformazioni del pomodoro rappresentano una soluzione ideale. Ma cosa distingue esattamente una di queste preparazioni, tanto amata e utilizzata, dalle altre? Approfondiamo per capire meglio.
Cos’è la passata di pomodoro?
Quando parliamo di passata di pomodoro, ci riferiamo a un prodotto ottenuto dalla spremitura di pomodori maturi, che vengono privati della buccia e dei semi. Il risultato è una salsa fluida e omogenea, leggermente concentrata grazie all’eliminazione di una parte dell’acqua di vegetazione del pomodoro. Come spiega Altroconsumo, la passata si distingue da altri derivati: la polpa presenta ancora pezzi e una consistenza più grossolana, mentre il concentrato è molto più denso e ricco di solidi.
Il processo di produzione della passata inizia con la selezione e il lavaggio accurato dei pomodori. Questi vengono poi scottati e spremuti per ottenere la base liquida. Infine, un trattamento termico garantisce la conservazione del prodotto, rendendolo sicuro e durevole. Sul mercato si trovano diverse varietà di passata, da quella rustica a quella più vellutata, dalle opzioni biologiche a quelle senza sale aggiunto. Al momento dell’acquisto, è consigliabile considerare aspetti come il colore, la consistenza, il contenuto di sale e l’acidità, oltre alla data di produzione e freschezza. È fondamentale ricordare che, una volta aperta, la passata di pomodoro va consumata entro 3-5 giorni.
Qualità e sicurezza
Secondo le analisi condotte da Altroconsumo su 24 diverse passate di pomodoro reperibili nei supermercati, emerge un dato rassicurante: tutti i prodotti contengono “vera” passata, senza frodi, acqua aggiunta (vietata dal 2005) o altre scorciatoie industriali. Questo conferma un elevato standard di onestà nelle formulazioni base del prodotto.
Tuttavia, le analisi di laboratorio hanno evidenziato un aspetto che merita attenzione: in 10 passate su 24 sono stati rilevati residui di fitofarmaci, ovvero sostanze chimiche utilizzate in agricoltura per proteggere le colture. È cruciale sottolineare che tutti i campioni rispettano i limiti massimi previsti dalla legge europea. Nonostante ciò, alcuni di questi residui sono considerati “in dubbio” dalla comunità scientifica per i loro potenziali effetti a lungo termine, suggerendo la necessità di un monitoraggio continuo e di una scelta consapevole da parte del consumatore.