“Non bevetela!”: l’acqua è finita e ora c’è il caos | In questa regione i rubinetti son chiusi a tempo indeterminato

“Non bevetela!”: l’acqua è finita e ora c’è il caos | In questa regione i rubinetti son chiusi a tempo indeterminato

Mancanza d'acqua (Canva-Depositphotos foto) - www.frasidadedicare.it

Rubinetti chiusi ed impossibilità di usufruire di acqua potabile. Questa situazione rischia di mettere in ginocchio un’intera fetta d’Italia

L’acqua è l’elemento più importante per qualsiasi essere vivente, da cui viene tratto il nutrimento fondamentale, in assenza del quale risulterebbe impossibile per esseri umani, animali e piante proseguire la propria esistenza.

Il nostro organismo ha necessità costante di acqua, esattamente come l’intero ambiente che ci circonda. Questo perché l’assunzione di acqua permette di regolare il volume delle cellule, assorbendo minerali, vitamine e ulteriori sostanze, determinanti anche per la regolazione dei processi digestivi.

Allo stesso modo, come dicevamo precedentemente, la superficie terrestre ha necessità assoluta di acqua, in quanto ricoperta dalla stessa sostanza, che consente di mantenere l’equilibrio invariato all’interno dei differenti ecosistemi.

Per questo risulta fondamentale che, anche nelle latitudini dove, specie in presenza di temperature molto elevate, la presenza di acqua rischi di venir meno, si adottino preventivamente pratiche necessarie al ricircolo della stessa, in modo da impiegarla per il sostentamento dei viventi.

L’espansione su scala (quasi) nazionale del problema

In occasione dello scorso 22 marzo, data in cui cade la Giornata Mondiale dell’Acqua, un monitoraggio straordinario ha condotto alla scoperta di una situazione allarmante per quanto concerne la siccità, specie nel territorio dell’Italia meridionale. A risentire particolarmente di un simile disagio è in primo luogo la Puglia; nel “tacco” della Penisola mancano, infatti, circa 100 milioni di metri cubi d’acqua rispetto allo scorso anno, a causa della scarsità di precipitazioni. Si auspica che la natura decida di dare una mano al territorio, o il rischio concreto sarebbe quello di non poter disporre di acqua né da impiegare per le colture, né potabile, nel corso della prossima estate.

Situazione estremamente delicata anche per quanto concerne la Sardegna, specie nell’area nord-est dell’isola, nei pressi di Alghero; secondo alcune stime sarebbe emerso come gli invasi presentino una capacità media inferiore al 44,8%, spingendo all’ipotesi di utilizzo dell’acqua esclusivamente a vantaggio delle colture “di pregio”. La Basilicata, con la Provincia di Potenza in particolare, non è esente da tale discorso, dato il deficit idrico pari a 100 milioni di metri cubi che la riguarda nelle stagioni correnti, ma anche la Sicilia, con attenzione specifica che deve essere rivolta alla Provincia di Trapani.

Siccità
Siccità (Depositphotos foto) – www.frasidadedicare.it

Un’efficace ipotesi di risoluzione?

A lanciare l’allarme è stata l’associazione Coldiretti, che congiuntamente ad ANBI (Associazione Nazionale Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue) ha deciso di proporre un progetto mirato alla realizzazione di un avanzato sistema di bacini, che possa permettere l’accumulo del quantitativo di acqua necessaria attraverso un sistema di pompaggio del tutto innovativo; mettere in piedi delle vere e proprie riserve idriche rappresenta il metodo più efficace per restare sufficientemente “equipaggiati” anche nei periodi di siccità, evitando che, nel corso delle fasi di eccesso di precipitazioni, l’acqua piovana causi straripamenti di fiumi e dighe.

Un’alternativa decisamente più sostenibile e fruttuosa, considerando che l’acqua piovana viene correntemente raccolta da un’ampissima rete di canali, siti nell’intero territorio nazionale, per poi finire “sprecata” in mare. Un simile metodo permetterebbe di evitare gli sprechi, garantendo un significativo aiuto nei territori ad elevato rischio di siccità. A riportare la notizia è Il Sussidiario.net.