Fuori tutti da quest’ISOLA ITALIANA: non si entra questo permesso | Quanto dovrai sborsare

Questa amata isola diventa a pagamento - Frasidadedicare.it (DepositPhoto)
Ora tutti dovranno uscire da quest’isola italiana. Non si potrà entrare senza permesso e spuntano anche i costi per entrarci: i dettagli.
Negli ultimi anni sempre più località hanno deciso di introdurre un contributo economico per chi le visita. Non stiamo parlando solo di una scelta economica ma di una necessità per gestire il turismo in modo più sostenibile. L’overtourismo infatti mette a dura prova l’ambiente e le infrastrutture locali.
Le tasse d’ingresso servono quindi a contenere i flussi e a scoraggiare il turismo “mordi e fuggi”, che consuma senza restituire nulla. Questi piccoli pagamenti richiesti ai turisti vengono usati per proteggere il patrimonio naturale e culturale, per esempio attraverso la manutenzione dei sentieri, il controllo dei rifiuti e la gestione della sicurezza.
Va detto anche che molte località italiane sono piccole e non attrezzate per sostenere flussi così elevati. Le limitazioni e i contributi aiutano a trovare un equilibrio, evitando che il turismo diventi un peso insostenibile per chi vive in quei luoghi tutto l’anno. Il principio è semplice, chi usufruisce di un bene comune contribuisce a mantenerlo.
Questa trasformazione del turismo italiano è anche una risposta a un cambiamento culturale. Sempre più viaggiatori sono consapevoli dell’impatto ambientale e sociale dei loro spostamenti e accettano con più facilità di pagare un piccolo prezzo in cambio di un’esperienza più autentica e rispettosa. Oggi quindi vedremo quali mete turistiche sono diventate a pagamento.
Per entrare qui dovrai pagare, l’ultima novità: cosa dovrai sapere
Molte desitinazioni turistiche, come abbiamo visto, stanno affrontando il problema dell’overtourism. Il sovraffollamento causato da un numero eccessivo di visitatori in luoghi spesso fragili dal punto di vista ambientale, ha spinto molte amministrazioni locali ad adottare misure drastiche. È il caso di Tenerife, la più grande delle isole Canarie e da sempre meta amatissima dagli italiani.
Ad esempio il Parco Rurale di Anaga ha subito le prime restrizioni come un tetto giornaliero di accessi e il divieto di ingresso per i bus turistici in alcune zone, con l’obiettivo di ridurre l’impatto umano. Stessa sorte per il Parco Nazionale del Teide, dove l’accesso ad alcuni sentieri è stato regolato tramite prenotazione online. Ma questo genere di novità sta colpendo anche l’Italia.
Italia, per combattere l’overtourismo fioccano le tasse: cosa cambia
Anche l’Italia si sta muovendo nella stessa direzione. Secondo un’indagine dell’istituto Demoskopika, città come Venezia, Napoli, Roma e Firenze sono tra le più esposte al fenomeno dell’overtourism, che mette sotto pressione infrastrutture, servizi e residenti. In alcuni casi, come accaduto alle Tre Cime di Lavaredo, è stato introdotto un pedaggio per limitare il traffico.
Mentre per le spiagge sarde è stato stabilito un numero massimo di persone ammesse quotidianamente, talvolta accompagnato da una tassa di accesso. Il numero chiuso e le limitazioni stanno quindi diventando una strategia condivisa, sia in Italia che all’estero, per conciliare turismo e sostenibilità. Queste decisioni, per quanto impopolari, sono fondamentali per garantire la conservazione dei luoghi e un turismo più rispettoso.