ALLARME PIGNORAMENTO: ora l’Agenzia delle Entrate si prende i soldi dal conto corrente | I controlli sono già iniziati

Controlli dell'Agenzia delle Entrate (Canva) - frasidadedicare.it
Se hai pagato tutto come si deve, sappi che l’Agenzia delle Entrate si prenderà ogni centesimo, attraverso i tuoi beni.
Trovarsi completamente senza soldi è un’esperienza che può capitare a chiunque. E succede quando le entrate non riescono a coprire le spese quotidiane, accumulando quindi debiti, o esaurendo i risparmi.
Le ragioni di fondo, possono esser molteplici: come la perdita del lavoro; le spese impreviste; investimenti sbagliati; o mancanza di pianificazione finanziaria. Mentre la crisi arriva gradualmente, fino a diventare improvvisa e difficile da gestire.
Restar senza soldi, influisce particolarmente sulla vita quotidiana, poiché si riducono acquisti essenziali come cibo e trasporti; aumenta lo stress; e possono sorgere difficoltà nel mantenere le relazioni sociali, o nel rispettare gli impegni finanziari.
Dunque, superare questo stato richiede un’analisi attenta delle spese; come anche la ricerca di nuove entrate, e l’adozione di strategie di risparmio. Poiché, anche chi tocca il fondo, con organizzazione e pazienza, può ricostruire la propria stabilità economica.
Pignoramento e professionisti con partita IVA
Molti professionisti con partita IVA, stanno incontrando difficoltà nell’incassare le fatture emesse, a causa dei pignoramenti attivati dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Il pignoramento è uno strumento legale che consente ai creditori di aggredire i beni del debitore, per recuperare crediti non saldati, colpendo sia beni mobili e immobili, che i crediti verso terzi. E in particolare, la procedura prevista dall’art. 72-bis del D.P.R. 602/1973, permette all’Agenzia di agire direttamente sui compensi professionali, senza passare dal tribunale.
Procedura la quale prevede persino che il concessionario ordini al cliente del debitore, di versare direttamente le somme dovute, entro 60 giorni per crediti già maturati; o alle scadenze, per quelli futuri. Atto che vien notificato sia al terzo che al debitore, e specifica l’importo dovuto, intimandogli di non disporre delle somme fino a concorrenza del credito. E in caso di inottemperanza, recupero effettuato secondo il codice di procedura civile.
Rateizzazione e sospensione delle procedure
Il contribuente, può bloccare i pignoramenti richiedendo la rateizzazione del debito, con importi minimi di 50 euro. Già il pagamento della prima rata, estingue le procedure esecutive in corso; sospende eventuali fermi amministrativi; e permette di richiedere la riduzione o la restrizione di ipoteche già iscritte, purché siano rispettati i termini e le condizioni previste.
Ma l’accesso alla rateizzazione, dipende dalla dimostrazione di difficoltà economica temporanea, escludendo chi è in insolvenza definitiva, o con procedure concorsuali. La legge, come riportato sul sito brocardi.it, in ogni caso tutela il minimo vitale del debitore: infatti, lo stipendio può esser pignorato fino a un quinto, con limiti specifici in base all’importo del credito. Bilanciando quindi il diritto del creditore, con la dignità del debitore.