Bonifico da mamma o papà? Questa è la causale da scrivere per non avere problemi, solo così eviti l’accertamento

Bonifico da mamma o papà? Questa è la causale da scrivere per non avere problemi, solo così eviti l’accertamento

Bonifico (Canva foto) - www.frasidadedicare.it

Se ricevi un bonifico da un familiare fai attenzione: basta una parola sbagliata nella causale e rischi l’accertamento fiscale.

Quando si parla di soldi in arrivo da genitori, zii o nonni, la prima cosa che viene in mente è un aiuto disinteressato, magari per pagare l’affitto, un viaggio o una spesa imprevista. In effetti, per tante famiglie italiane, sostenersi economicamente è normale. Ma c’è un dettaglio che spesso passa inosservato e che potrebbe causare parecchi problemi se ignorato.

Negli ultimi anni, con i controlli sempre più serrati e digitalizzati, anche una semplice riga scritta nella causale del bonifico può fare la differenza tra un’operazione tranquilla e un accertamento fiscale. E il punto è proprio questo: a volte non basta la buona fede. Serve un po’ di accortezza in più per evitare malintesi.

Pensaci: ricevi un bonifico, lo usi, tutto ok. Ma se il Fisco dovesse chiederti spiegazioni mesi dopo? Se quella somma venisse considerata reddito non dichiarato? Ecco perché è importante sapere fin da subito come comportarsi, anche se si tratta di soldi tra parenti.

Ci sono delle regole che conviene conoscere, soprattutto ora che i controlli si estendono anche alle movimentazioni bancarie più comuni. E no, non serve essere esperti di leggi o commercialisti per tutelarsi: basta sapere cosa scrivere… e cosa evitare.

Quando anche l’affetto deve essere documentato

Negli occhi dell’Agenzia delle Entrate, ogni versamento può sollevare domande. Anche quelli tra persone che si vogliono bene. Ecco perché ogni bonifico andrebbe tracciato con chiarezza, indicando una causale che non lasci spazio a interpretazioni.

Scrivere “regalo”, “sostegno familiare” o, meglio ancora, “donazione” è il modo più semplice per evitare equivoci. Queste parole mettono subito le cose in chiaro e ti mettono al riparo da richieste future di chiarimenti. Importante anche che la somma sia proporzionata rispetto al tenore di vita di chi la riceve. Insomma, non è il bonifico in sé il problema, ma il contesto e la mancanza di spiegazioni.

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I soldi non bastano: serve la prova

Secondo le ultime sentenze della Corte di Cassazione, l’Agenzia delle Entrate può presumere che un accredito sia un reddito nascosto, a meno che tu non dimostri il contrario. E la “dimostrazione” non può essere una semplice telefonata ai tuoi. Serve qualcosa di scritto e tracciabile. Per questo motivo, meglio evitare i contanti: se ricevi soldi in mano e poi li versi sul tuo conto, l’operazione potrebbe insospettire l’amministrazione fiscale.

In quel caso, la cosa migliore da fare è registrare formalmente la donazione. Basta un semplice atto, anche gratuito, ma con data certa. In conclusione, se mamma o papà vogliono aiutarti, ben venga. Ma proteggi te stesso: chiedi un bonifico con causale chiara e, se l’importo è alto, non esitare a formalizzare tutto. È un piccolo passo che può evitarti guai grossi.