Serrande abbassate: in questa famosa città italiana stanno scomparendo i negozi | Anche i turisti se ne sono accorti

Saracinesche abbassate qui (canva.com) - www.frasidadedicare.it
Una trasformazione continua sta cambiando l’aspetto del centro: cosa rimane di una città quando i suoi negozi chiudono progressivamente?
Le città, con i loro portici e le piazze piene di vita, nonché i negozi sotto casa sono un elemento chiave del panorama urbano italiano.
Vetrine colorate, botteghe storiche e profumi che riempiono le strade, creando un legame tra residenti e turisti. Ma, come tutto ciò che cambia , anche il piccolo commercio si trova ad affrontare nuove difficoltà.
Dietro le routine quotidiane, avvengono cambiamenti che, gradualmente, trasformano l’aspetto delle città, sollevando interrogativi sul futuro della socialità e della vita urbana.
Proprio in questo scenario si instaura un cambiamento lento ma costante: saracinesche abbassate diventano il segno visibile di un’evoluzione della comunità.
Nuove trasformazioni
Secondo il Corriere di Bologna, proprio nel centro storico, stando ai dati della Camera di Commercio, tra il 2023 e il 2024, circa 300 attività hanno cessato definitivamente il servizio, con un trend di chiusura di due negozi ogni settimana; negozi di quartiere, spesso specializzati in abbigliamento, calzature, pelletteria, ma anche in generi alimentari, frutta e verdura. Un fenomeno che, secondo l’analisi dell’Ufficio statistica della Camera, si inserisce in un quadro più ampio di trasformazione economica e sociale, influenzata da nuove abitudini di consumo, piattaforme digitali ed una nuova composizione del tessuto urbano e turistico.
Nel solo 2024, 95 le chiusure, mentre l’anno precedente addirittura 202. Anche la ristorazione mostra un rallentamento, con 39 attività chiuse nell’ultimo anno, pari a una diminuzione del 2,5%. Nonostante ciò, i ristoranti “puri” – quelli più legati alla cucina tradizionale – risultano invece in crescita, passando da 529 a 541 tra il 2023 e il 2024, e addirittura 439 nel 2018. Al contrario, i bar sono tra i più colpiti, con 28 attività scomparse nell’ultimo anno.
I dati della Camera
La trasformazione riguarda soprattutto il commercio al dettaglio di abbigliamento, passato dai 601 esercizi del 2023 ai 569 attuali, segnando una perdita di oltre 30 negozi in dodici mesi e di un centinaio dal 2019. Anche per i negozi di alimentari la situazione non è positiva: nel 2024 ne sono stati chiusi 23, soprattutto tra i negozi di frutta e verdura, ormai ridotti a 55 rispetto agli 81 del periodo pre-Covid. Allo stesso tempo, il settore dell’accoglienza e della ristorazione mostra invece una leggera crescita: tra hotel, alloggi, bar e ristoranti, si è passati da 1. 730 attività del 2019 a quasi 2. 000 oggi, segno di un centro sempre più orientato al turismo.
Per provare a frenare questa tendenza e salvaguardare le attività del cuore di Bologna, il Comune ha varato un nuovo regolamento Unesco. L’obiettivo è porre un freno all’apertura di nuovi negozi di alimentari nella zona più antica. Malgrado questo impegno, i numeri mostrano una situazione problematica, resa ancora più complessa dai tanti lavori in corso.